Monica Kircheis

locandina della conferenza "L'orecchio e la voce (1) intonazione" con sfondo immagine della scultura Beethoven's Trumpet (with ear) di John Baldessari

Orecchio e intonazione: un viaggio tra simboli, fisiologia e percezione. Le altezze saranno esplorate non solo come frquenze musicali, ma come esperienze corporee ed estetiche che ci mettono in relazione con noi stessi e con gli altri.

Riflessioni sull’orecchio e l’intonazione

✅ L’orecchio è un organo di relazione, non solo di percezione acustica.

✅ La coclea, con la sua forma a spirale, è un tempio sonoro dove il suono diventa esperienza.

✅ L’intonazione non si controlla: nasce dalla sensibilità percettiva e dalla qualità dell’ascolto.

✅ L’ascolto modifica la voce in tempo reale: il corpo è parte attiva del processo.

✅ Simboli, arte e fisiologia ci mostrano che ascoltare è sia un atto estetico sia trasformativo.

Le orecchie come simbolo di ascolto e relazione

Le orecchie nella storia delle arti e delle culture, sono molto più che organi dell’udito. Sono simboli di apertura, di ricettività e di presenza. Nelle sculture o nei dipinti compaiono spesso ingrandite, quasi fuori scala, come se l’artista volesse ricordarci che l’ascolto è un gesto attivo, un ponte verso l’altro.

Nelle civiltà antiche esistevano le orecchie votive: piccoli amuleti in terracotta o metallo offreti alle divinità per chiedere di essere ascoltati, compresi e guariti. L’orecchio come spazio sacro, come luogo in cui ciò che è esterno diventa interno.

Nel canto si traduce in:

intonare non significa “sentire bene” ma essere disponibili a ricevere.

La spirale sacra della coclea: dove il suono diventa esperienza

Al centrodi questo viaggio c’è la coclea, una minuscola struttura a spirale, grande neanche la dimensione dell’unghia del mignolo, nascosta nell’orecchio interno. È lì che accade la trasformazione più importante:

  • le onde sonore diventano impulsi elettrici,
  • la vibrazione diventa informazione,
  • lìesterno diventa interno.

La forma a spirale è simbolo di crescita, trasformazione ed espansione. Nella coclea questa spirale non è solo estetica: determina il modo in cui percepiamo le frequenze e quindi il modo in cui intoniamo.

Ogni passo che compiamo nella nostra voce è un viaggio dentro questa spirale sensoriale.

Anatomia dell’orecchio: tre regioni per una sola esperienza

L’orecchio è composto da tre parti che collaborano tra loro:

Orecchio esterno

Padiglione auricolare e condotto uditivo: raccolgono e orientano il suono. È la parte più relazionale, quella che dialoga con il mondo.

Orecchio medio

Timpano e ossicine (martello, incudine e staffa): amplificano e trasmettono la vibrazione. Sono i nostri primi accordatori meccanici.

Orecchio interno

Coclea e sistema vestibolare: qui il suono diventa percezione e il corpo trova equilibrio.

La vicinanza tra udito ed equilibrio spiega molto del canto: la stabilità percettiva influisce sulla stabilità vocale.

Queste tre regioni non lavorano mai da sole. La voce le attraversa tutte.

L’intonazione non si controlla: si percepisce

Una convinzione comune è che l’intonazione sia un atto di “controllo dell’orecchio”. In realtà l’orecchio da solo non basta.

L’intonazione nasce dall’incontro tra:

  • sensibilità percettiva,
  • memoria sonora,
  • auto-ascolto,
  • vibrazione corporea,
  • equilibrio,
  • disponoibilità relazionale.

Le persone “stonate” (anche se qui potremmo aprire un discorso molto lungo perché i veri stonati sono rarissimi) non hanno le corde vocali “difettose”: hanno un disallineamento percettivo tra ciò che producono e ciò che sentono.

Come accade ai bambini sordi dalla nascita: l’incapacità di parlare in modo articolato NON dipende dalla voce, ma dall’assenza di un modello sonoro percepito.

Noi emettiamo ciò che possiamo percepire.

Lavorare sull’intonazione significa lavorare sulla qualità della percezione, non sul controllo vocale.

Piccolo esperimento: ascolta come modula la tua percezione

Prova questa semplice esperienza:

  1. Fai qualche suono
  2. Tira verso l’alto in diagolare i tuoi padiglioni auricolari, come se volessi allungare le tue orecchie
  3. Ascolta cosa succede al suono

Qui alcune delle reazioni da chi ha seguito la conferenza:

  • la voce sembra più chiara
  • l’ascolto è più nitido
  • la percezione più esterna
  • il tono più stabile.

Perché accade? Tirando le orecchie abbiamo livellato e allineato il condotto uditivo e il timpano ha avuto modo di adattarsi completamente ai suoni che lo raggiungevano da poterli trasmettere poi all’orecchio medio.

L’ascolto modella il suono. Sempre!

Dal grembo materno all’età adulta: come si costruisce l’ascolto

Il sistema uditivo è tra i primi a formarsi durante la vita fetale. Il bambino inizia a “sentire” prima ancora di nascere, percependo vibrazioni nel liquido amniotico.

L’ascolto continua anche dopo la nascita:

  • prima percepiamo le frequenze gravi,
  • poi quelle acute,
  • poi la capacità di discriminare le altezze,
  • poi la memoria melodica,
  • infine la competenza relazionale del suono, tra cui il linguaggio, la prosodia e il canto.

Con l’età è naturalr perdere sensibilità sugli acuti, ma l’udito può essere allenato tanto quanto un miscolo: con l’attenzioe, la pratica e la consapevolezza percettiva.

L’intonazione nasce dall’ascolto

L’orecchio non è un organo da controllare, ma un luogo da abitare. È il nostro spazio sacro del suono: un passaggio tra mondo esterno e mondo interno.

L’intonazione è tante cose:

  • un’espereinza estetica,
  • un atto relazionale,
  • un gesto percettivo,
  • una forma di conoscenza,
  • un modo per essere presenti a noi stessi.

Quando l’ascolto si affina, la voce trova spontaneamente il proprio centro.

Questo è solo un sunto della conferenza tenuta, abbiamo sperimentato un po’ di più e quando vuoi migliorare la tua intonazione smetti di isolarti per ascoltare acusticamente il tuo suono, ma dai attenzione alla sensazione corporea che percepisci. Io posso accompagnarti in questo…

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