
Pubblicato il: 3 Maggio 2025
Resoconto del mese di aprile – tra rallentamenti, gite e certificazioni
Aprile è stato un mese in cui ho respirato tutte le sfumature della parola transizione. La primavera ha fatto la timida, io ho cercato di starle dietro tra alti e bassi di energia, qualche inciampo organizzativo, piccole grandi soddisfazioni e momenti di puro ossigeno condiviso.
A volte mi sembra di vivere mesi come se fossero un corpo: con muscoli che spingono, articolazioni che scricchiolano, e un respiro che cerca il suo ritmo.
E così è stato anche questo aprile, in tre movimenti + postscriptum:
Quando la primavera non sboccia (subito)
C’è chi sente il cambio dell’ora e dice: “Uffa, ho sonno.”
Io lo sento come un jet lag cosmico. Un terremoto lieve ma insistente nel mio sistema nervoso. Da qui, l’idea: “E se facessi un workshop per aiutare chi, come me, ha bisogno di un po’ di sostegno vocale e corporeo in questo momento di passaggio?”
Così è nato Voce di Primavera, un laboratorio pieno di esercizi delicati, linfa (linfatica) e cura stagionale per la voce.
Spoiler: non è sbocciato.
Nonostante newsletter, post, storie, promemoria e una grafica che sprizzava leggerezza da tutti i pori… niente. Iscritti: pochi. Troppo pochi per partire. E così, il workshop è stato annullato.
Non ti nascondo che ci sono rimasta male. Avevo messo cura, pensiero e ascolto in quel progetto. Il mio ego ha fatto una piccola scenata. La mia autostima ha fatto finta di niente, ma sotto sotto ci è rimasta un po’… afona.
Eppure, parlare di questo mi sembra importante. Perché non tutto quello che seminiamo fiorisce subito. A volte il terreno non è pronto. A volte, semplicemente, il momento non è quello giusto.
Ma questo non rende il seme meno valido.
Mi sono portata a casa qualcosa? Sì. Più di quanto pensassi:
- Ho seguito un’intuizione, anche se non ha portato “successo” immediato.
- Ho ascoltato il mio corpo, la stagione, il mio bisogno di leggerezza.
- Ho dato forma a contenuti che resteranno, magari in altre vesti.
- Ho fatto esperienza (ancora una volta) che il valore di un’idea non si misura solo in numeri.
Forse, più che un workshop, Voce di Primavera era un messaggio per me stessa. Un invito a ricordarmi che anche quando tutto sembra “a riposo”, qualcosa dentro sta cambiando forma.
E poi, chi l’ha detto che questa voce non sboccerà più avanti, magari sotto forma di audio, mini-corso o rituale vocale stagionale?
Perché se il corpo ha bisogno di tempo per adattarsi… anche i progetti meritano lo stesso rispetto.

Una mezza giornata basta (eccome!)
Anche questo mese sono riuscita a ritagliarmi una piccola grande gioia: una gita fuoriporta con le amiche. Solo mezza giornata, niente di più. Ma chi ha detto che serve un weekend intero per staccare la spina? A volte bastano poche ore, se ben spese, per sentire il corpo più leggero, la mente più fresca e l’umore in netta ripresa.
La destinazione? Villa Della Porta Bozzolo, a Casalzuigno. Un luogo incantevole – e non è solo una parola da dépliant turistico. Meravigliosa villa nobiliare circondata da un giardino che fa venire voglia di trasferirsi lì con una tazza di tè, un libro e zero notifiche.
Avevamo tutte un bisogno urgente di evadere dalla città, e il meteo – bontà sua – ci ha fatto il regalo di una giornata di sole, dopo giorni di pioggia. L’aria era pulita, le montagne innevate sullo sfondo sembravano uscite da una cartolina vintage, e il viaggio stesso è diventato parte dell’esperienza.
In più, con l’abbonamento ai musei lombardi non abbiamo nemmeno dovuto pagare l’ingresso. Piccola soddisfazione bonus.
La villa
La villa ora è gestita dal FAI, ma mia sorella ci era stata quando era ancora abitata dagli ultimi eredi della famiglia. Pare io l’abbia accompagnata, ma la mia memoria ha scelto di non registrare. Poco male: è stato come visitarla per la prima volta. Tra interni ben curati e dettagli di vita d’altri tempi, cucina e biblioteca hanno riscosso il nostro entusiasmo più sincero.
Avere il tempo – e soprattutto prenderselo – per fare qualcosa di semplice insieme, come chiacchierare camminando in un giardino o ridere guardando un le istruzioni di un gioco, ha un effetto rigenerante. Non serve organizzare il viaggio dell’anno: anche una mezza giornata condivisa con le persone giuste può fare miracoli.
Una R di Rivincita: il mio secondo esame Z-Health… passato!
Questo mese, oltre a tutte le attività vocali, c’è stato anche un piccolo traguardo personale che voglio condividere con te: ho finalmente superato il secondo esame della formazione in neurologia applicata al movimento, ottenendo la certificazione R-Phase!
E dico finalmente perché non è stato affatto semplice.
L’ho sostenuto più volte, inciampando (anche letteralmente, nei casi di andature disfunzionali!) in domande trabocchetto degne di una caccia al tesoro per il sistema nervoso. Una in particolare mi ha fatto rivalutare tutta la mia sicurezza:
“Quale muscolo dell’anca è più probabile che sia associato a una trazione esterna delle dita dei piedi?”
Io, sicurissima: “Psoas, ovvio!”
Peccato che lo psoas risponda alla trazione interna.
Quel piccolo interna vs esterna… un dettaglio minuscolo, ma determinante.
Poi – click! – è arrivata la risposta corretta: gluteo medio. E da lì è iniziata la rimonta.
Anche un’altra domanda, su un esercizio con cerchi dei gomiti in relazione a un dolore al ginocchio mediale, mi ha fatto sudare freddo: cerchio sopra o sotto? gomito destro o sinistro? Una vera ginnastica mentale.
Ma alla fine ce l’ho fatta.
E non è solo una soddisfazione personale. È una tappa importante in un percorso più ampio: quello di integrare sempre più strumenti efficaci e precisi nel mio lavoro vocale, partendo dal corpo e dal sistema nervoso.
Ma cosa significa R-Phase, e perché l’ho scelta?
R-Phase è un modulo della formazione Z-Health dedicato alla rieducazione neurale, riabilitazione post-infortunio e recupero della mobilità.
È un approccio che va a lavorare in profondità sul movimento e sulla percezione, con stimolazioni specifiche per aiutare il corpo (e quindi la voce) a ritrovare equilibrio, precisione, fluidità.
Per me, che da anni mi interesso di neurologia applicata (tutto è iniziato circa quarant’anni fa, quando il mio insegnante di fisiologia ci dava “trucchetti” da danzatori… sì, ero una ballerina!), questa certificazione è una naturale evoluzione del mio percorso.
Ho già ottenuto la certificazione EEP (Essentials of Elite Performance) e ora anche R-Phase: due tasselli importanti che mi aiutano a offrire ancora più strumenti alle persone con cui lavoro, integrando ascolto, corpo, percezione e voce in modo sempre più funzionale.
Corpo e voce: un dialogo continuo
Tutto ciò che studio ha sempre una ricaduta sulla voce.
La voce non è solo suono: è movimento, è adattamento, è sistema sensomotorio.
Più il corpo è in equilibrio, più la voce può risuonare con libertà.
Questo studio mi aiuta a lavorare con ancora più precisione e chiarezza, e mi conferma che il mio modo di procedere con gli allievi – basato sull’ascolto, sull’osservazione, sui test percettivi e su piccole stimolazioni – è in sintonia con una visione neurocentrica molto raffinata.
E sì, a volte sembra tutto complicato, ma alla fine… easy peasy!
Insomma: questo mese ho preso la “R”… e ne sono fiera.
La R di R-Phase, certo, ma anche di Resilienza, Ricerca e Risonanza.
E ora… si riparte
Se aprile mi ha insegnato qualcosa, è che c’è bellezza anche nei periodi un po’ stonati. Quando qualcosa non funziona, si può osservare con curiosità invece che giudicarlo. Quando qualcosa funziona, si può festeggiare anche solo con una fetta di torta (possibilmente condivisa).
Maggio è appena iniziato e porta con sé nuove idee, progetti in cantiere, e il desiderio di continuare a camminare (magari nei giardini delle ville, magari nel sistema nervoso…) con passo leggero e voce presente.
Se vuoi sapere quando sbocceranno i prossimi progetti, minicorsi o workshop, oppure se vuoi semplicemente seguire il mio percorso fatto di corpo, voce e percezione… ti consiglio di iscriverti alla mia newsletter: è il mio spazio più personale, dove condivido pensieri, risorse e piccoli strumenti per chi ama esplorare la propria voce con gioia e consapevolezza.
Alla prossima tappa… e buona primavera (qualunque forma stia prendendo la tua)!

Sono Monica Kircheis, flautista, cantante, insegnante di vocalità esperta in fisiologia e neurologia applicata.
Desidero che i musicisti possano sempre più sentirsi liberi di essere sé stessi. Per rendere ciò possibile affronto nella mia didattica vari temi dei quali potrai leggere qui nel blog. Che possano essere d’ispirazione!