Pubblicato il: 1 Giugno 2023 Ultima modifica il: 19 Luglio 2024
Ecco qui il mio resoconto mensile. Sono molto grata per tutto quello che è successo durante questo mese di maggio. Dopo un periodo non proprio facile, mi sto lentamente riprendendo e sono felice di permettermi dei momenti tutti per me. Noterete che mi sono presa più di un momento di vacanza. Questi mi hanno ispirato, ricaricato con nuova linfa da poter condividere poi con i miei allievi.Â
Esperienza corale di vocalitÃ
Quest’anno ho fatto una bellissima esperienza con un coro amatoriale. Sono stata chiamata per aiutare i coristi ad amalgamare il loro suono ed aumentarne la qualità . Lavorare in gruppo sulla vocalità non è così scontato, ma ho accettato la sfida.
Infatti sono convinta che bisognerebbe lavorare individualmente, ovvero ogni singolo corista avrebbe bisogno di conoscere il proprio suono e migliorarlo singolarmente prima di poter adattarsi al suono corale. Un po’ come in qualsiasi relazione uno deve stare bene con sé stesso e poi sarà più facile vivere assieme in equilibrio, senza che uno sia succube dell’altro.
Il tipo di lavoro che faccio è decisamente personale in quanto parto dal livello del singolo ed è sempre molto importante che ognuno si ascolti e che possa descrivere le proprie reazioni. Fare questo in un gruppo è decisamente più difficile, perché non riesco a seguire il percorso del singolo, ma rimango un po’ più in superficie.
Ciò nonostante è stato interessante dare stimolazioni di vario genere per far capire che qualsiasi cosa ha un’influenza sulla nostra voce. Lavoro molto sul sistema nervoso e in pratica faccio fare ai coristi più esperienze, in maniera che il nostro sistema nervoso possa poi scegliere la soluzione migliore per quella data situazione.
Detta così sembra da una parte molto complicato e quasi magico. Ma il mio lavoro è insegnare a fidarsi del proprio sistema e permettere così che il suono della voce si possa evolvere.
Nelle ultime settimane è stato chiaro che c’era necessità di aggiungere una parte di prima vista e una parte di ritmica. Lavorando esclusivamente sul suono, anche se poi integravamo il lavoro nel loro repertorio, mi sono accorta che per integrare maggiormente il lavoro fatto dovessero avere più facilità e sicurezza nei pezzi che cantavano e non solo da un punto di vista sonoro.
I miei obiettivi erano:
- far sperimentare a loro come sentire il suono nel loro corpo
- come fosse sentire il proprio corpo mentre si canta un suono fra altri suoni, che sia all’unisono, a un intervallo consonante o dissonante
- sentire la forza di un accordo
- permettere di risuonare sempre di più per fare meno fatica
- sentire l’andamento di un pezzo, ovvero la sua pulsazione e successivamente la sua metrica – questo per dare maggior sicurezza
È stata un’esperienza molto arricchente sia per me sia per loro. Mi auguro di poter continuare a lavorare con loro anche il prossimo anno.Â
Pause, orient, sense and feel
Da diversi anni seguo il lavoro di Irene Lyon sulla regolazione del sistema nervoso, che mi affascina sempre di più. Mi ricordo la prima volta che ho partecipato, volevo fare tutto, non perdermi neanche una virgola, sicura che fossi pronta ad accogliere tutto.
Con il tempo ho imparato che le stimolazioni ricevute possono essere vissute a vari livelli di profondità e che bisogna lasciare lo spazio e il tempo per prepararci ad essere pronti per approfondire sempre di più. Così in questo nuovo giro di tutto il suo programma ho seguito le varie conferenze senza i laboratori. Ho ripetuto invece alcuni esercizi neuro sensoriali che per me erano al momento importanti, per tutta la durata della formazione.
Mi sono accorta quanto questi esercizi siano diventati necessari e quanto il mio sistema nervoso li richieda. Irene ci ripete continuamente di connetterci con l’ambiente circostante e… “pause, orient, sense and feel“
• Mi prendo un attimo per arrivare nel qui e ora e percepire il suolo sotto di me. Sento il peso del mio corpo e sento il contatto con il pavimento.
• Poi mi prendo una pausa e perlustro cosa c’è attorno a me, bastano 15-20 secondi.
Questo è sufficiente per ritrovarsi e riuscire ad affrontare ciò che desideriamo con un atteggiamento più ricettivo. Io lo faccio prima di mettermi a cantare, ma anche in altre situazioni. È facile e costa meno di mezzo minuto! Se lo faccio prima di esercitarmi mi risparmia un sacco di tempo, in quanto il mio sistema nervoso si regola e regolandosi migliora la coordinazione. Il pezzo musicale lo affronto con tutt’altra curiosità .
Al di là dell’esercizio neuro sensoriale, rimango estasiata di come un programma esclusivamente online possa andare così in profondità .Â
Rivedersi dopo 40 anni
Quest’anno sono 40 anni dalla maturità e abbiamo deciso di riunirci per festeggiare assieme. Ho passato con la maggior parte dei miei compagni 15 anni assieme, dall’asilo fino alla maturità e sono stati degli anni molto belli.
allora mi sentivo un po’ calimero perché ho avuto la fortuna o sfortuna di essere capitata in un’annata di geni talentuosi e io non mi sentivo tale. La maggior parte delle attività extra curricolari offerte dalla scuola sono state frequentate dal nostro anno: orchestra, coro, musical, scenografia, fotografia, teatro, danza, ogni tipo di sport. Ma qui mi perdo un po’ nei ricordi. Far parte di un gruppo di persone brillanti può da una parte essere molto isolante come molto stimolante.Â
Più la data della riunione si avvicinava e più l’ansia cresceva. Già ai tempi della scuola l’agitazione era una mia fedele compagna. Pensate che ogni compito in classe lo facevo con la febbre. Ma l’agitazione non mi veniva solo ai compiti in classe o alle interrogazioni, ma anche quando venivo invitata a una festa di compleanno. In quei casi alcune volte, nonostante il mio desiderio di andare la mia ansia si tramutava in panico e mi veniva la febbre alta, che mi impediva di partecipare.
Insomma anche per questa riunione, nonostante avessi piacere di rivedere i miei compagni di scuola un po’ di timore era presente. Qualche pensiero di rinunciare all’ultimo momento c’è stato, ma poi ho preso tutto il mio coraggio e sono andata.
Strada facendo mi sono domandata come fosse possibile dopo tanti anni provare quest’inquietudine, io che ho tenuto conferenze in grandi teatri, fatto spettacoli con più di 2000 persone, interagito con il pubblico in varie occasioni, suonato e cantato davanti a un pubblico variegato eppure… mi faccio venire l’ansia per incontrare i miei compagni di scuola?
Questa volta però mi sono permessa di comunicare ad alta voce questa mia difficoltà e subito sono stata accolta con un abbraccio.
Mi sono un po’ vergognata che mi facessi tutti questi problemi abitando a 2 km di distanza dal punto d’incontro, mentre molti avevano macinato chilometri per essere presenti. Infatti c’era chi arrivava da altre città italiane, ma anche chi dalla Germania e dall’Austria.
Comunque la paura è sparita subito dopo i primi attimi. Anche l’abbraccio ha sicuramente contribuito. Così anche questa volta vedendoci e parlandoci è stato come se il tempo non fosse passato, come se ci fossimo visti tutti il giorno prima. C’era quell’atmosfera familiare fra noi che ho tanto amato durante gli anni della scuola. È stata una serata molto bella anche se non sono riuscita a parlare con tutti.
Parlando con una compagna ho scoperto che diversi fra loro seguono i miei post su fb e lei mi ha fatto i complimenti di come io scriva. Io sono caduta dal pero. Finora scrivere mi è costato sempre tantissimo e di conseguenza, sia nel mio vecchio blog, sia su fb ho scritto raramente. Eppure tramite quei post, Anna (la mia compagna) ha letto la mia passione per il lavoro che faccio, si è lasciata contagiare dal mio entusiasmo e mi ha fatto un sacco di complimenti. È rimasta basita che io non mi rendessi conto della mia qualità . Non potete immaginare come sia cresciuta la mia autostima. Sono tornata a casa con il cuore pieno di gioia e sono contenta di esserci andata.
Venezia è nel mio cuore
Cascasse il mondo una gita in giornata con le amiche è diventata una maniera per dedicarmi del tempo. Andare in giro con loro è rigenerante per lo spirito, perché ci divertiamo molto. Questa volta è stata una delle nostre città del cuore: Venezia. Avevamo programmato di fare qualche isola, anche se essendo molto turistiche avremmo fatto più fatica del solito.
Infatti in genere facciamo degli itinerari particolari non propriamente turistici e perciò troviamo meno folla. Ma questa volta volevamo visitare Murano e Burano. Meno ponti sicuramente e meno dolore ai polpacci il giorno dopo.
Arrivate a Venezia con ritardo ci siamo fiondate a prendere il vaporetto per Murano. c’era un sacco di gente ed eravamo stipati come sardine, ma del resto a Murano non potevamo arrivarci a piedi. Dopo aver visto ciò che ci eravamo prefissate via per Burano dove abbiamo girato da una casa colorata all’altra.
Ho raccolto consapevolmente molti momenti di sprazzi lucenti, come chiamo quei micro momenti di gioia che si hanno durante la giornata ai quali spesso non diamo la dovuta attenzione. Abbiamo riso come delle pazze, insomma una giornata spettacolare. Certo i 28°C e una lieve brezza sul mare mi hanno procurato una bella scottatura.
Quanto sono importanti queste giornate di vacanza.
Conferenza “il naso e la voce”
A volte si viene stupiti positivamente. Per il ciclo “Frammenti d’arte” Daniela Manini ed io ci alterniamo su temi legati all’arte. Rispetto a lei io mi dedico a temi prettamente inerenti al suono anche se ci sono sempre dei riferimenti in altri ambiti artistici.
Questa volta la conferenza l’ho tenuta io con il tema “il naso e la voce“, ma… non è andato nulla come avrei voluto e alla fine non ero per niente soddisfatta.Â
- molti all’ultimo scusandosi hanno disdetto
- non mi sono presentata come avrei voluto
- ho sorvolato su alcune cose
- il discorso mi sembrava non filasse
- la registrazione mi ha creato problemi
- il filo conduttore non era chiaro
- non era chiaro l’obiettivo di questa conferenza
- non ho creato un vero finale…
insomma non mi sono piaciuta) eppure…
Ho preso l’abitudine alla fine delle conferenze di aggiungere la nuvola di parole. I vari partecipanti aggiungono il loro feedback a caldo sulla serata ed è stata subito magia.
Facit: importante è continuare a seminare, comunque vada.
Analizzare va bene, ma mai giudicare il proprio operato.
Sono Monica Kircheis, flautista, cantante, insegnante di vocalità esperta in fisiologia e neurologia applicata.
Desidero che i musicisti possano sempre più sentirsi liberi di essere sé stessi. Per rendere ciò possibile affronto nella mia didattica vari temi dei quali potrai leggere qui nel blog. Che possano essere d’ispirazione!