Pubblicato il: 6 Ottobre 2024
📣PAROLA DEL GIORNO 📣
Intenzione: L’intenzione predispone alla trasformazione senza passare per l’azione.
L’Intenzione nella Musica: Un Viaggio tra Corpo e Suono
La musica non è solo una questione di note e ritmo, ma rappresenta un’area di esplorazione profonda dove corpo, mente e spirito si fondono. Al centro di questa esperienza si trova l’intenzione, una forza sottile che predispone alla trasformazione senza necessariamente passare per l’azione fisica. Ma cosa significa realmente “intenzione” in musica? Come si distingue dall’illusione, e come può questa energia interiore trasformare l’esperienza musicale?
Intenzione vs Illusione: Qual è la Differenza?
Per comprenderla a fondo è necessario distinguerla dall’illusione. L’illusione si riferisce a qualcosa che inganna i sensi, facendoci percepire ciò che non è reale. L’intenzione, invece, è una forma di energia interiore che genera una trasformazione reale, pur senza bisogno di un’azione evidente o di un controllo rigido.
Un esempio emblematico è quello tratto dalla mia esperienza con Rosalia Chladek, una grande ballerina e pedagoga. Durante una lezione, senza compiere alcun movimento apparente, Chladek ha lavorato unicamente sull’intenzione. Senza azione fisica, sembrava trasformarsi davanti a noi in un pavone con la sua splendida ruota di piume. Non era un’illusione, non c’era magia o trucco, ma la sua intenzione era così forte da influenzare profondamente la nostra percezione. Questo episodio illustra perfettamente come l’intenzione possa indurre una trasformazione reale senza il bisogno di un’azione visibile.
Questa è la chiave per comprendere appieno la parola: non è un atto manipolativo o illusorio, ma un processo che si manifesta in maniera tangibile, attraverso l’energia che fluisce dal nostro essere interiore.
Intenzione e Trasformazione Senza Azione
Il tema centrale di questo articolo ruota attorno alla definizione dell’intenzione come forza che predispone alla trasformazione senza passare per l’azione. La trasformazione in musica non sempre richiede un intervento diretto o una modifica attiva del corpo. Al contrario, l’intenzione può agire da sola, canalizzando energia verso il suono e permettendo al corpo di rispondere in modo naturale e automatico.
Quando suoniamo o cantiamo con intenzione, non stiamo semplicemente “facendo” musica; stiamo lasciando che l’energia interiore si manifesti e guidi l’intero processo. Questo non richiede un controllo attivo, bensì una disponibilità a lasciarsi andare, a togliere l’azione fisica e a permettere al corpo di agire come riflesso dell’intenzione.
L’Attenzione Diffusa: Lasciare Che il Corpo Si Esprima
Un aspetto fondamentale di questo approccio è l’uso dell’attenzione diffusa, che si differenzia da quella focalizzata. L’attenzione focalizzata implica un controllo attivo e mirato su un’azione, mentre l’attenzione diffusa permette di aprirsi all’ambiente circostante e lasciare che il corpo risponda spontaneamente. Questo tipo di attenzione è cruciale per lasciare che l’intenzione guidi la trasformazione.
Quando ci permettiamo di essere in uno stato di attenzione diffusa, senza forzare il controllo, il corpo può sorprendere per la sua saggezza innata. Senza interferire, ci apriamo alla possibilità che il corpo agisca in risposta all’intenzione, con risultati musicali che appaiono naturali e potenti. È un processo che richiede fiducia, la fiducia che il nostro corpo, libero dalle imposizioni dell’azione consapevole, saprà trovare la giusta via per convogliare l’energia nel suono.
L’Orecchio Come Guida: Trasformare Senza Forzare
L’intenzione non agisce solo attraverso il corpo, ma coinvolge anche l’orecchio come strumento di trasformazione. Invece di sforzarsi di cantare più forte o cambiare attivamente il timbro, possiamo chiedere all’orecchio di percepire un determinato suono. Immagina di ascoltare un coro completo mentre canti, o di sentire solo una sezione di voci – maschile o femminile – più presente.
Non è necessario modificare fisicamente il suono; si tratta semplicemente di dirigere l’attenzione dell’orecchio verso ciò che desideriamo percepire. In questo modo, l’orecchio influenzerà la laringe e il corpo a produrre il suono richiesto senza sforzo. Anche in questo caso, non c’è da “fare” nulla: l’intenzione guida la trasformazione, senza passare per l’azione fisica diretta.
Questo processo dimostra la potenza dell’intenzione come catalizzatore di cambiamento. Piuttosto che costringere il corpo ad agire, lo lasciamo libero di rispondere a un’intenzione consapevole e ben direzionata, che permette all’energia di fluire naturalmente verso la creazione del suono.
Togliere l’Azione per Attivare i Riflessi
Uno degli aspetti più affascinanti della pratica musicale è la capacità di togliere consapevolmente l’azione per attivare i riflessi naturali del corpo. Quando smettiamo di forzare o controllare, permettiamo ai riflessi profondi di emergere e di guidare il processo creativo. Togliere l’azione non significa cessare di agire, ma significa lasciare che l’intenzione diventi il vero motore della trasformazione.
Invece di concentrare tutta l’energia nel tentativo di produrre un suono perfetto, possiamo lasciare che questa stessa energia si convogli naturalmente nel suono, facendolo emergere senza sforzo. Questo approccio permette di ottenere una maggiore fluidità e autenticità nella performance musicale, rendendo il suono una manifestazione diretta dell’intenzione interiore.
Conclusione: L’Intenzione Come Forza Trasformativa nella Musica
L’intenzione è una forza potente e sottile che, se coltivata, può trasformare profondamente la pratica musicale. Non è un atto fisico diretto, né richiede un controllo rigido, ma predispone alla trasformazione senza passare per l’azione. Lasciando che l’intenzione guidi il processo, permettiamo al corpo di rispondere in modo naturale e spontaneo, canalizzando l’energia interiore nel suono.
Questa trasformazione senza azione rappresenta una delle sfide e delle meraviglie più affascinanti della pratica musicale. Quando smettiamo di controllare e iniziamo a fidarci dell’intenzione, scopriamo che la musica può diventare un’esperienza fluida, potente e autentica. La chiave sta nel permettere al nostro corpo e alla nostra mente di lavorare insieme, senza forzare, ma lasciando che l’intenzione faccia emergere ciò che già esiste dentro di noi.
Sono Monica Kircheis, flautista, cantante, insegnante di vocalità esperta in fisiologia e neurologia applicata.
Desidero che i musicisti possano sempre più sentirsi liberi di essere sé stessi. Per rendere ciò possibile affronto nella mia didattica vari temi dei quali potrai leggere qui nel blog. Che possano essere d’ispirazione!