
Pubblicato il: 4 Agosto 2025 Ultima modifica il: 16 Settembre 2025
Non sottovalutare mai la relazione con la tua propria voce. Forse ti capita di usare la voce ogni giorno – per parlare, per spiegare, per cantare, per comunicare qualcosa di importante – senza mai soffermarti davvero ad ascoltarla.
La voce c’è. Funziona. Ma… che rapporto hai con lei?
Ti fidi della tua voce? Ti piace la tua voce? La riconosci come parte viva di te, o è solo uno “strumento” che usi quando serve?
Nel mio lavoro con musicisti e non musicisti, propongo sempre un passaggio fondamentale:
entrare in relazione con la propria voce.
Non per “perfezionarla”, ma per conoscerla, ascoltarla, accoglierla… e magari lasciarti cambiare dal dialogo con lei.
Non ti parlerò solo di cosa puoi guadagnare entrando in relazione con la tua voce – ma ti mostrerò cosa rischi di perdere se continui a ignorarla, a trascurarla, o a lavorarci in modo puramente tecnico.
Se sei musicista, questo vale ancora di più. Ma vale anche se non canti, se hai una voce che non ti piace, o se hai semplicemente voglia di ritrovare te stesso/a nel suono che ti attraversa.
Cosa succede se non entri in relazione con la tua voce?
Uno degli obiettivi principali che propongo nel mio lavoro è entrare in relazione con la propria voce.
Perché? Perché la voce è un indicatore potente di chi siamo: racconta molto più di quello che diciamo. Riflette il nostro corpo, le emozioni, lo stato di salute, la qualità della nostra presenza. E quando impariamo a conoscerla davvero, possiamo anche iniziare ad affidarci a lei, come si fa con una buona alleata.
Entrare in relazione con la propria voce significa riconoscerla come parte viva di sé, imparare ad ascoltarla, creare un dialogo sensibile e continuo.
Significa anche riconoscere quando qualcosa non va, ma altrettanto godersi le sorprese, lasciarsi stupire dalla bellezza e dalla potenza del proprio suono.
È un processo che aumenta la consapevolezza di sé, apre possibilità espressive, regola il sistema nervoso, migliora la comunicazione, e… molto altro.
Ascoltare la propria voce non significa giudicarla
Spesso però, quando iniziamo ad ascoltare la nostra voce, lo facciamo attraverso il filtro del giudizio.
E questo è un grande ostacolo.
Ascoltare non significa criticare.
Molte persone confondono l’ascolto con la valutazione, e finiscono in un loop dannoso: la voce è “rotta”, “strana”, “brutta”, “non funziona”, “non è come dovrebbe essere”…
Questa modalità crea un rapporto squilibrato, eccessivamente critico, meno integrato e sempre più meccanico.
La voce non viene più vissuta come un’espressione viva di sé, ma come qualcosa da correggere, controllare, domare.
In questo modo, rischiamo di separarci dal contenuto stesso di ciò che vogliamo comunicare – nel canto, nel parlare, nella presenza.
E alla fine, ci separiamo anche da noi stessi.
Esattamente il contrario di una relazione.
“la voce non è un difetto da correggere, ma una parte viva da accogliere”
Ma oggi voglio capovolgere la prospettiva.
Non ti parlerò dei benefici (che sono tanti), ma di ciò che rischi di perdere o non sperimentare se continui a ignorare la tua voce, a lasciarla lì – inascoltata, trascurata, magari usata solo quando serve, ma mai veramente incontrata.
10 conseguenze se non ti relazioni con la tua voce
- Perdi una parte fondamentale della tua identità
La voce è un’estensione del corpo, del pensiero e dell’emotività. Ignorarla può farti sentire “fuori asse”, come se mancasse un pezzo essenziale nel modo in cui ti esprimi nel mondo.
- Rimani bloccato in automatismi che non ti rappresentano
La voce può assumere toni, tensioni o colori che non ti appartengono. Il risultato? Non ti riconosci, ti senti frainteso, perdi spontaneità.
- Non sviluppi il tuo potenziale espressivo ed emotivo
La voce è un ponte tra il dentro e il fuori. Se non la coltivi, rischi di non riuscire a comunicare pienamente ciò che senti o pensi.
- Aumenti il rischio di tensioni fisiche e vocali
Una voce trascurata spesso lavora male: con sforzo, spinta, tensioni. Questo può provocare fastidi ricorrenti e affaticamento.
- Perdi occasioni di piacere, gioco e connessione
La voce può essere fonte di gioia e creatività. Se non la esplori, ti privi di un’esperienza sensoriale profondamente rigenerante.
- Fatichi a farti ascoltare davvero
Una voce disconnessa non arriva con chiarezza. Le persone non ti “sentono”, anche quando parlano con te.
- Ti senti insicuro/a nel parlare in pubblico o in gruppo
La mancanza di fiducia nella propria voce rende ogni interazione più faticosa, dal lavoro alla vita sociale.
- Perdi la possibilità di calmarti attraverso il suono
La voce può regolare il sistema nervoso, riportare ritmo, centratura, pace. Senza relazione, questo potenziale resta inutilizzato.
- Ti senti scollegato/a dal corpo
Parlare senza sentire la voce nel corpo è come suonare uno strumento senza ascoltarlo: manca il dialogo, manca la presenza.
- Rinunci a uno spazio di libertà personale
La voce è uno dei luoghi più autentici per esprimersi senza filtri. Ignorarla significa vivere sempre con un po’ di censura in sottofondo.
Conoscere propria voce è come conoscere un quartiere
Più conosci la tua voce, più sarò chiaro il messaggio che vuoi comunicare. Musicalmente significa anche avere una maggiore precisione che influenza ritmo e intonazione.
Quando conosci la tua voce, puoi scegliere consapevolmente come usarla: non è più un suonare o cantare “a caso”, ma un atto di libertà.
È come conoscere bene il tuo quartiere: potrai scegliere ogni volta una strada diversa, ma sarà difficile perderti. Sarà sempre una questione di scelta, non di smarrimento.
E poi… non ti viene voglia di giocarci assieme? La tua voce è lì con te, pronta a rispondere. Ma solo se la riconosci come compagna: se la snobbi, perché dovrebbe darti retta?
Un approfondimento per musicisti (ma non solo)
Se sei musicista, magari pensi: “Ma io ho già il mio strumento, perché dovrei lavorare con la voce?”
In realtà, la voce è lo strumento invisibile che accompagna ogni gesto musicale, anche se non canti.
Ecco cosa ti perdi se non coltivi un vero rapporto con la tua voce:
🎶 Perché è importante relazionarsi con la voce per un musicista
- La voce è il tuo primo strumento interno: ti aiuta a interiorizzare la musica prima di suonarla.
- È un ponte tra intenzione e gesto: rende più fluida l’esecuzione e più chiara l’interpretazione.
- Sviluppa l’ascolto profondo: migliora intonazione, risonanza e comunicazione musicale.
- Riflette il tuo stato psico-fisico: può segnalarti quando sei teso, bloccato o troppo nella testa.
- Aiuta a visualizzare e sonorizzare le idee: migliora la memoria musicale e la coerenza del suono.
❌ E cosa ti manca se non lo fai
- Meno immediatezza e autenticità nel suono
- Difficoltà nel fraseggio e nel respiro musicale
- Minor consapevolezza corporea nella performance
- Espressività tecnica ma non emotiva
- Perdita del piacere pieno dell’esperienza musicale
In conclusione
La relazione con la tua voce non è un lusso.
È una chiave concreta di benessere, espressività e identità, soprattutto se fai musica, lavori con la comunicazione o semplicemente desideri vivere con più coerenza tra ciò che senti e ciò che esprimi.
Se ti sei riconosciuto in qualcosa di ciò che hai letto, o se senti che la tua voce ti “sfugge di mano” – forse è il momento di ascoltarla davvero.
👉 In questo articolo yi ho mostrato cosa rischi di perdere se trascuri la tua voce. Se vuoi scoprire invece tutti i benefici concreti che puoi ottenere entrando in relazione con lei, leggi il mio approfondimento qui
👉 Perché è importante creare una buona relazione con la propria voce
👉 Ti va di iniziare un percorso insieme?
Possiamo esplorare la tua voce con curiosità, sensibilità e strumenti scientifici e sensoriali che lavorano con tutto il sistema corpo-mente.
La tua voce ti aspetta!!
[…] Relazione con la propria voce: non sottovalutarla mai. […]
Questo tuo articolo mi fa pensare a quante cose potrebbe negarsi e non dire, una persona che non ama la propria voce, che magari la detesta
Una parte di noi cosÌ importante, che funge da ponte verso gli altri e che magari non viene usata perché la si ritiene … va tu a sapere come e cosa. Proprio come una delle molteplici parti di noi, quelle che non ci piacciono ma che restano pur sempre parte fondante del nostro IO e noi che continuiamo a lottarci contro…
Che poi, lo sappiamo benissimo: la nostra voce che “sentiamo” dentro non è la stessa voce che sentono le altre persone fuori.