Monica Kircheis

Pubblicato il: 21 Aprile 2025     Ultima modifica il: 22 Aprile 2025

Voce e consapevolezza corporea: ascolta il tuo corpo
 
Spesso si pensa che lavorare sulla voce significhi solo allenare le corde vocali o perfezionare la tecnica. In realtà, la consapevolezza corporea gioca un ruolo fondamentale nell’espressione vocale. Ogni parte del corpo – dagli occhi al respiro, dalle emozioni alla postura – partecipa al gesto vocale in modo profondo e sottile. In questo articolo ti racconto come ascoltare il corpo possa trasformare radicalmente il tuo rapporto con la voce, con esempi reali tratti dal mio lavoro in ambito di pedagogia vocale.

Non sono mai sola: ogni cellula è parte del mio team (anche nella voce!)

 
C’è una cosa che dico spesso, anche a me stessa, specialmente nei momenti in cui mi sento un po’ persa o disconnessa: io non sono mai sola. Mai. Anche quando fuori c’è silenzio, anche quando dentro tutto sembra ovattato o distante, il mio corpo è lì con me. Anzi: i miei corpi, perché non parlo solo del corpo fisico (no, non sono matta… o solo simpaticamente eccentrica!). Intendo anche quello energetico, emozionale, mentale e spirituale.
 
Insegnando pedagogia vocale, mi capita spesso di lavorare proprio su questo: sull’ascolto profondo e sull’alleanza con sé. Non solo con la voce in senso stretto, ma con tutto ciò che partecipa al gesto vocale: il respiro, la postura, la percezione, la presenza, le emozioni, persino lo sguardo.
 
Ogni cellula è un bambino da ascoltare
Quando immaginiamo di essere composti da una squadra di piccoli esseri – io me li vedo come un esercito di bambini allegri e pieni di energia – tutto cambia. Ogni cellula, ogni parte del corpo vuole fare la sua parte, vuole essere vista, amata, considerata. E come ogni bravo bambino, ha bisogno di gratificazione, di attenzione, di sapere che il suo lavoro è riconosciuto.
 
Quando queste parti vengono trascurate – magari perché abbiamo la testa altrove, perché siamo stanchi, perché ci giudichiamo – ecco che il corpo inizia a segnalarci qualcosa. A volte con dolori, tensioni, piccoli blocchi. Ma spesso basta davvero poco: un gesto di attenzione, un momento di ascolto consapevole, un respiro fatto con presenza… e loro si illuminano, si riattivano, si ringalluzziscono e si mettono subito in moto. Tutti hanno bisogno di coccole, e immaginare che le varie cellule siano dei bimbi mi rende più facile dedicarmici. Nel momento in cui dò quella giusta attenzione, ridò oltre all’attenzione anche dignità e rispetto a quella parte, che giustamente si sentirà gratificata. E come tutti i bimbi, vogliono soddisfare le mie richieste. La consapevolezza è il carburante più potente che abbiamo.

Un piccolo gesto, una grande risposta di consapevolezza corporea

 
L’altro giorno, durante una lezione, una mia allieva ha fatto un’esperienza che mi ha commossa. Stavamo lavorando sulla percezione e sulla relazione tra visione e voce. A un certo punto ha rivolto un’attenzione gentile e intenzionale al suo occhio, che da giorni le dava fastidio. Non era neanche una richiesta esplicita, più una sorta di invito, un “ti vedo, ci sono per te”.
 
Beh, l’occhio ha risposto. Subito. Con un senso di apertura, di sollievo, di collaborazione che l’ha lasciata a bocca aperta. “È bastato così poco,” mi ha detto. E io l’ho vista brillare. Era quasi incredula della potenza di quell’interazione.
 
Ecco, questo è il cuore di un certo tipo di lavoro vocale consapevole.
Non si tratta solo di “far suonare” la voce, ma di entrare in relazione con ogni parte del nostro sistema. Quando sentiamo che anche un occhio può rispondere a una richiesta sottile, come possiamo dubitare che la voce possa fiorire se si sente ascoltata, accolta, rispettata?

Il corpo collabora, se lo invitiamo

 
Un’altra mia allieva, che aveva da tempo un fastidio persistente all’occhio destro, ha fatto un’esperienza simile. Durante una pratica, ha rivolto per la prima volta un gesto di attenzione semplice, senza giudizio verso quella zona. Nessuna pretesa di “aggiustare”, solo la volontà di esserci, di riconoscere quella parte come parte viva, integrante e importante.
 
Ed è bastato davvero poco: l’occhio ha ripreso a collaborare. C’era più chiarezza, più equilibrio, più armonia. Anche nella voce.
Perché quando il corpo si sente visto, smette di difendersi. Si rilassa. Partecipa. E la voce, che è un gesto corporeo e relazionale, si trasforma di conseguenza.
 
Questi esempi mi ricordano ogni volta che il corpo è un sistema intelligente e collaborativo, che vuole partecipare, che desidera contribuire… se solo lo invitiamo a farlo.

 

La voce vuole cooperare (e la consapevolezza corporea fa la differenza)

 
Lavorare con la voce non è solo una questione di tecnica. Certo, la tecnica serve – eccome! – ma senza consapevolezza rischia di diventare un esercizio vuoto, scollegato, a volte addirittura frustrante. La voce è un atto relazionale, e non solo con chi ci ascolta: è una relazione interna.
 
Quando insegno, non alleno solo corde vocali. Alleno l’ascolto, la curiosità, il dialogo con sé stessi. Aiuto le persone a sentire che ogni parte di loro ha una voce da portare nel coro: la mente con le sue immagini, il corpo con le sue memorie, le emozioni con la loro intensità, l’energia con la sua vibrazione. Tutti insieme, se accolti e gratificati, lavorano per noi.

Lavoro minorile? Forse, ma con tanto amore

 
Qualche tempo fa, raccontando questo mio modo di vedere le cellule come bambini da ascoltare e gratificare, una mia amica ha riso e mi ha detto:
“Quindi tu ti avvali di lavoro minorile!”
 
E in effetti… un po’ sì! Ma che sia chiaro: è un lavoro a tempo pieno di amore, riconoscimento e gioco. Non ci sono sfruttamenti, solo alleanze. Ogni “bimbo-cellula” sa di essere importante e lavora con entusiasmo, non perché costretto, ma perché si sente parte di qualcosa di più grande.

Un gesto d’amore verso la voce (e verso sé)

 
Quindi sì, io non sono mai sola. E nemmeno tu lo sei. Ogni volta che parli, canti, respiri, ti muovi, c’è una squadra dentro di te che lavora per rendere possibile quel gesto. Una squadra che non chiede molto: solo un po’ di attenzione, un sorriso, una carezza interiore. E allora – fidati – ti restituirà tutto con gli interessi.
 
La voce è un viaggio di relazione e ascolto. E come ogni viaggio, comincia con un piccolo passo. Magari con un occhio che ti dice: “Ah, ti sei accorta di me. Grazie.”

 

La pedagogia vocale come percorso di consapevolezza corporea

 
Questo approccio si inserisce in una visione della pedagogia vocale che va oltre la tecnica. Si tratta di un percorso di consapevolezza corporea che mira a sviluppare le potenzialità vocali dell’individuo per ottenere la massima resa con il minimo sforzo, sia nella voce artistica sia nel parlato quotidiano.
 
Conclusione
La voce non è solo un suono: è un’espressione dell’intero essere. Ascoltare il corpo, prestare attenzione alle sue esigenze e rispondere con gentilezza può trasformare la nostra espressione vocale. Ogni piccolo gesto di consapevolezza può portare a grandi cambiamenti. E tu, sei pronto ad ascoltare il tuo corpo?
 
Vuoi scoprire come ascoltare il tuo corpo può trasformare anche la tua voce?
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La tua voce ti ringrazierà.
primo piano di Monica Kircheis

Sono Monica Kircheis, flautista, cantante, insegnante di vocalità esperta in fisiologia e neurologia applicata.

Desidero che i musicisti possano sempre più sentirsi liberi di essere sé stessi. Per rendere ciò possibile affronto nella mia didattica  vari temi dei quali potrai leggere qui nel blog. Che possano essere d’ispirazione!

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Laura
Laura
2 mesi fa

è sempre un piacere leggere i tuoi articoli, così approfonditi senza essere pesanti né pedanti, e così lievi al contempo
Il lavoro minorile carico di amore rende benissimo l’idea, e questa cosa di cambiare la percezione di una parte del mio corpo, “solo” prestandogli attenzione, accorgendomi, beh, può davvero svoltare una postura
Grazie Monica, ripeto: sempre un piacere leggerti
arriverà il giorno in cui coronerò il mio sogno di cantare, portando attenzione gentile alla mia voce (interiore ed esteriore)

simona
simona
2 mesi fa

Questa immagine dei bimbi che fanno il lavoro per noi ha un potere molto forte. Mi aiuta molto ad avere un atteggiamento più amorevole verso me stessa e penso che sia il primo passo per poter stare bene. Grazie Monica per questo bellissimo articolo. Vale veramente la pena leggerlo con attenzione perchè è ricco di spunti molto interessanti e utili.